Adeguamento macchine non marcate, cosa c’è da sapere

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Secondo una legge entrata in vigore nel 1996, tutte le aziende che utilizzino degli specifici macchinari al fine di produrre materiali destinati al mercato, devono dimostrare di possedere dei Requisiti Essenziali di Sicurezza.

Può capitare, soprattutto quando ci si trova di fronte ad alcuni macchinari realizzati in un periodo precedente a quello della stesura della nuova legge, che questi requisiti vengano meno e che, quindi, la macchina non sia marcata CE.

A questo proposito vi sono diversi punti da tenere in considerazione al fine di adeguare il proprio macchinario, seguendo quanto stabilito dalla legislazione italiana.

La marcatura CE nella legislazione italiana

Come anticipato, la legislazione italiana ha stabilito solo a partire dal 1996 il principio secondo il quale i macchinari utilizzati dalle aziende con fine produttivo debbano soddisfare dei requisiti di sicurezza ben precisi.

Di fronte ad attrezzature realizzate prima di questa data, non si presenta alcun genere di problema, almeno finché il datore di lavoro che fornisce i macchinari ai propri dipendenti si assicuri che le condizioni in cui queste versano rispettino i Requisiti Essenziali di Sicurezza, necessari al fine di un corretto svolgimento dell’attività lavorativa.

Nel caso in cui, diversamente, ci si trovasse davanti a macchinari di produzione precedente all’anno 1996, la legislazione italiana prevede che il singolo proprietario dell’azienda si occupi della messa in sicurezza delle attrezzature, cosicché queste siano considerate idonee all’utilizzo da parte del personale.

Sanzioni attrezzature non a norma CE

Nel caso in cui una macchina non risulti essere marcata CE, a dover agire per compensare al problema è il capo dell’azienda, qualora il macchinario in questione sia di sua proprietà ed utilizzato dai propri dipendenti.

Diversa è la questione di fronte alle attrezzature noleggiate ad altri: qualora si fosse noleggiata una macchina in un periodo precedente all’entrata in vigore della legge del 1996, spetterebbe a colui che la noleggia il compito di preoccuparsi che questa sia a norma e rispetti tutti i criteri necessari.

Il primo passo da fare per occuparsi di ciò è quello di effettuare un controllo sulla sicurezza, che stabilisca quanto il macchinario sia affidabile e se possa o meno essere utilizzato per l’attività produttiva.

Per coloro che non decidessero di effettuare tali controlli, le legge italiana prevede una serie di sanzioni che variano a seconda della gravità del caso. Si passa da una sanzione in denaro, che si aggira tra i 2000 e i 6000 euro, per arrivare – nei casi più gravi – all’arresto per un periodo che intercorre tra 3 e 6 mesi con conseguente sequestro del macchinario non a norma.

L’importanza dell’adeguamento macchine non marcate CE

Procedere con l’adeguamento dei propri macchinari non marcati CE è, innanzitutto, una soluzione ottimale per evitare di incorrere in sanzioni indesiderate che possono, addirittura, comprendere anche la detenzione.

In aggiunta a ciò, vi sono diversi fattori che vanno considerati e che rappresentano la conseguenza di un inadeguato controllo delle attrezzature utilizzate sul lavoro. Primo fra tutti – e più importante – è il fattore sicurezza.

Un macchinario non sicuro da utilizzare può comportare incidenti sul lavoro che potrebbero altrimenti essere evitati con dei normalissimi controlli periodici.

In aggiunta a ciò, l’impatto che una macchina non a norma ha sul processo produttivo dell’intera azienda non può che essere negativo, in quanto questa non sarà in grado di fornire le stesse prestazioni che un attrezzo con i requisiti essenziali di sicurezza potrà invece fornire.

Infine, un ultimo fattore da tenere in considerazione è quello economico: la manutenzione di un macchinario non a norma costa molto di più ed è necessaria più di frequente rispetto a quanto lo sia per un attrezzo marcato CE.

Fonte delle informazioni: https://www.gdmsanita.it/adeguamento-macchine-non-marcate.php