Risarcimento danni: i casi tipici che permettono di richiederlo

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Il risarcimento danni è l’obiettivo di chi reputa di essere stato danneggiato da un’azione altrui. La questione è complessa in quanto vede lo scontro di interessi diversi e quindi, spesso e volentieri, una spiccata incertezza circa la possibilità reale di ottenere un risarcimento e la cifra cui ammonta questo risarcimento.

Vale dunque la pena affrontare l’argomento da una prospettiva più ampia, parlando da un lato delle tipologie di danno e dall’altro dei casi, ovvero dei contesti, che possono dare vita a una richiesta di risarcimento, giustificando il ricorso a un avvocato o a uno studio legale.

Le tipologie di danno

Innanzitutto, occorre sgomberare il campo da alcuni fraintendimenti, i quali riguardano soprattutto le tipologie di danno. La verità è che i termini utilizzato nel linguaggio comune possono fuorviare. Ecco dunque le tipologie di danno risarcibile.

  • Danno biologico. E’ il danno che coinvolge il corpo e la menta, ovvero capace di causare disagi fisici, malattie sia fisiche che psicologiche. La peculiarità del danno biologico è la sua misurabilità e la sua dimostrabilità attraverso analisi cliniche e strumentali. Per esempio, la frattura è un danno biologico, così come la comparsa di depressione post-traumatica da stress.
  • Danno patrimoniale. E’ il classico danno economico. E’ anch’esso dimostrabile, sebbene non sempre misurabile con estrema precisione. Nella peggiore delle ipotesi, si procede con una stima.
  • Danno morale. E’ il danno che causa sofferenze psicologiche di tipo non patologico. A questa categoria corrisponde il famoso “turbamento d’animo”, l’ansia, la paura, la delusione, la preoccupazione etc. Per esempio, lo stalker che perseguita la sua vittima magari non le causerà problematiche psichiatriche, malattie vere e proprie, ma un danno morale sì.
  • Danno punitivo. E’ il danno causato dalla società chiamata a tutelare un interesse nel momento in cui disattende il suo compito, spingendo il cliente a dover procedere con mezzi propri. E’ il caso della compagnia assicurativa che non gestisce il sinistro come dovrebbe, costringendo il cliente a procedere in maniera autonoma, per via legale, per ottenere un risarcimento da chi lo ha investito.

I casi in cui è possibile chiedere il risarcimento danni

Potenzialmente, qualsiasi evento può causare un danno e giustificare una richiesta di risarcimento danni. Tuttavia, alcuni contesti e situazioni si segnalano per una percentuale di rischio maggiore. Ecco i contesti in cui più frequentemente può verificarsi un evento in grado di generare un danno.

  • Stradale. Il riferimento è ovviamente agli incidenti. Spesso, l’intervento della compagnia assicurativa non basta. E’ il caso in cui il danno va ben oltre un guasto alla carrozzeria, e coinvolge la persona nella sua interezza.
  • Sanitario. Purtroppo, anche il contesto sanitario dà luogo a eventi negativi e in grado di generare un danno. Il riferimento è ai casi di malasanità che, causa distrazione, incompetenza o semplice errore umano, possono generare conseguenze pessime per la salute delle persone.
  • Lavorativo. Stesso discorso per gli ambienti lavorativi. Anzi, almeno in Italia quello degli infortuni sul lavoro è una vera e propria piaga.

A chi rivolgersi

Ovviamente, meglio si è assistiti maggiori sono le possibilità di ottenere un risarcimento danni, magari in linea con le proprie aspettative.

Occorre però tenere a mente un dettaglio: uno studio legale non vale l’altro. La questione non riguarda solo le competenze del singolo professionista, ma la storia e l’esperienza dello studio legale stesso. In buona sostanza, è bene rivolgersi a studi che effettivamente sono specializzati nelle richieste di risarcimento danni, sebbene non necessariamente in via esclusiva.

Infatti, le cause civili di risarcimento possono essere complesse, e richiedono competenze specifiche ed esperienza per essere gestite in maniera davvero efficace.